il cervello è il ponte tra psiche e organi

27.06.2024


Il cervello, con la sua complessa rete di neuroni e sinapsi, è da sempre considerato il centro nevralgico del nostro essere, ma ciò che rende davvero affascinante questo organo è il suo ruolo di ponte tra la psiche e il corpo. Questa connessione profonda è stata oggetto di studio e riflessione da parte di numerosi scienziati e pensatori nel corso dei secoli.

Uno dei contributi più interessanti a questa comprensione è quello offerto dal Dr. Ryke Geerd Hamer e dalla sua teoria della Medicina Geramanica.

Secondo Hamer, le esperienze emotive intense possono avere un impatto diretto sul funzionamento del cervello e, di conseguenza, sullo stato di salute del corpo. La sua teoria si basa sull'idea che i conflitti emotivi non risolti possono manifestarsi attraverso specifici programmi biologici nel cervello, che a loro volta possono influenzare la salute e il benessere fisico.

Per comprendere appieno questa connessione, è importante analizzare il concetto di "SBS" o "Sistema Biologico Speciale" di Hamer. Secondo questa teoria, quando una persona sperimenta uno shock emotivo o un trauma significativo, il cervello attiva un programma biologico specifico in risposta a quel particolare tipo di conflitto. Ad esempio, un conflitto di separazione potrebbe influenzare direttamente il cervello e causare cambiamenti nei tessuti correlati nell'organismo, come nel caso del cancro al seno.

Ciò che rende la teoria di Hamer così controversa e dibattuta è che va contro molte delle nozioni tradizionali della medicina occidentale. Tuttavia, ha attirato l'attenzione di molti professionisti della salute alternativa e persone che cercano di comprendere meglio il legame tra mente e corpo.

Al di là delle opinioni contrastanti, il lavoro del Dr. Hamer solleva importanti domande sulla natura della malattia e sulla complessa interconnessione tra il nostro stato emotivo e il nostro benessere fisico.

Se il cervello è davvero il ponte tra la psiche e il corpo, come suggerisce la sua teoria, allora la nostra comprensione della salute e della malattia potrebbe richiedere un cambiamento radicale nei paradigmi medici convenzionali?